7 settembre 2013

L'uomo più infelice del mondo (sottotitolo: Alè, òò / ma che bel maglione che c'ho)

Oh, le meraviglie reperibili in Internet! Oggi in un sito (che non vi linko, perchè forse ha un trojan, ma si chiama "Why not to knit") ho trovato questa immagine. Dev'essere una foto reale, che qualcuno ha scattato (ma perchè?) e pensato bene di postare da qualche parte (a maggior ragione: PERCHE'????).

clicca qui (vedrai che ne vale la pena!)

(Aprite tranquille: questo è il link diretto alla foto, non quello che il mio antivirus aveva segnalato come problematico). E notate

a) il maglione (vabbè, non credo che avreste potuto NON notarlo).
b) l'espressione di gaudio e giubilo del tapino che trovasi, suo malgrado, inserito nel suddetto.




Fatto?  Bene: come vi sentite?
Paura, eh? 



E' evidentemente fatto a mano, tra l'altro (il maglione, non il tizio. Cioè, anche il tizio; nel senso che non credo che sia un androide uscito da una fabbrica. Anche se, forse, nel momento in cui è stata scattata la foto, gli sarebbe piaciuto esserlo, dal momento che gli androidi, per quel che sappiamo, non provano sentimenti. E quindi in particolare NON provano cose tipo vergogna, disagio, imbarazzo e desiderio irrefrenabile di scavare una buca profonda dieci metri e nascondercisi dentro per i prossimi dieci anni).

Ma vogliamo analizzare meglio l'appassionante vicenda umana che si cela dietro questo scatto? 

Chiaramente, siamo ad una festicciola: ci sono dei tipi in piedi, alle spalle del Nostro; anche se sono in penombra, perchè evidentemente la bellezza del pullover è tale da concentrare su di sè persino i raggi luminosi. Ed uno regge un bicchere, nella configurazione caratteristica alla "Pino, vuoi ancora un chinotto?".
E si intravede la prova del reato, ossia i nastri di un regalo appena scartato. Quindi siamo ad una festicciola di compleanno, o qualcosa del genere, e quest'uomo fortunato -che tutti noi invidiamo- ha appena ricevuto questo bellissimissimo dono.
E, data l'espressione di sofferenza che ha stampata in viso, o sta lottando silenziosamente con una ferocissima colica renale, ma non ha voluto dire niente agli amici per non rovinare la bellissima festa, o è un un uomo leggermente infelice - ma appena appena, eh.

No, ma dico: immaginate? Gli amici che si sono riuniti per festeggiarlo, e lui già è tutto contento e giulivo; poi qualche brindisi, un po' di conversazione per scaldare l'atmosfera, e finalmente arriva il momento clou della serata: compare il pacco del regalo. "Oh che bello -pensa lui- è grande e piatto: fiiiigo, mi hanno preso la Play Station che volevo tanto!". Lo scarta, pieno di trepidante attesa e gioia anticipatoria, e... TA-DA! Maglione pagliaccioso!!!

Che il tapino (ma perchè fargli questo? Perchè? Qui siamo da segnalazione ad Amnesty International), evidentemente, è pure stato obbligato indossare per la foto di rito stile "oh che bel regalo, guardate come sono contento!". 
E sbaglio o uno degli amici sullo sfondo, più che sorridere, sta proprio ridendo della grossa (il perfido)? Chissà perchè, eh?

***

Il rettangolino di vita fermato dallo scatto e consegnato alla Rete per una labile immortalità si ferma qui, non ci racconta altro. Il nostro amico e la sua storia -il suo maglione, soprattutto- tornano nell'anonimato indistinto da cui erano usciti appena per un attimo, una bottiglia con un messaggio scritto a metà che per un secondo un'onda ha portato fino a noi e ora torna a perdersi al largo dell'Oceano Internet.
Ma qualcosa possiamo ancora ipotizzare. 
Per esempio, questo frammento di dialogo:

Voce femminile:
"Tesoro, sii sincero: ti piace davvero? Perchè è un modello un po' particolare, e non vorrei mai che, indossandolo, magari ti sentissi, che so, un filino a disagio. No, sul serio: se non ti piace dimmelo, non farti problemi. Lo regalo al bambino di mia cugina, e per te prendo la Play Station. Non ho nessun problema, davvero!"

Lui (intravvedendo un improvviso spiraglio di luce nelle tenebre e pensando che forse allora sì, il suo cuoricino può ancora anelare alla speranza):
"Be', ecco. In effetti, io... Forse..."

Lei (continuando il discorso):
"... Ma davvero: non badare a quanto ci ho messo a farlo, e con che fatica; soprattutto ora che per comprarci casa ho il doppio lavoro e potevo sferruzzare solo quando rincasavo all'una di notte, dopo aver appeso per otto ore polli stecchiti in una cella frigorifera ai mercati generali e passato la sera a servire birre in un bar, un posticino tranquillo chiamato "L'oasi dello spacciatore", e a quell'ora ero così stanca -anche perchè il mattino dopo mi dovevo alzare alle cinque per tornare ad appendere festoni di polli- che per tenere gli occhi aperti dovevo puntellare le palpebre con gli stuzzicadenti e spararmi il caffè direttamente endovena con una flebo collegata alla caffettiera. Davvero, ti dico, non importa. Quindi, dimmelo senza farti nessun problema: ti piace? Ma sinceramente, eh!"


*** 




8 commenti:

  1. Oddio poveraccio XD ha una faccia che davvero dice tutto XD ma come diavolo ci hanno pensato a regalargli una roba del genere?? bohhhhh XD

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  2. Avrò gli incubi per giorni, quello è Penniwise il clown di IT, aaaaaaaaaaahhhhhhhh.
    Il tipo nella foto sta pensando a come deve uccidere chi gli ha fatto lo splendido regalo...

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    1. ...probabilmente, per restare in tema, lo trascinerà dentro un tombino in un giorno di pioggia! :-D

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  3. fossi in lui, io un esamino di coscienza me lo farei: chissà cosa ha combinato ai suoi amici per ricevere un cotal presente...

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  4. Con amici così i nemici a che servono?

    O poveraccio

    Laura

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    1. Ma davvero: gli amici che rendono superflui i nemici!
      :-D

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  5. la sua fortuna è che gli sta stretto, potrà sempre dire che è ingrassato e non gli sta più (o che lo ha lavato e si è ristretto)

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  6. A me il maglione non dispiace....ne avevo uno simile in seconda elementare.
    Ora scusate ma l'infermiere mi richiama in camera.

    un uomo da marciapiede

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