24 dicembre 2013

Auguri dall'Orbettino!


A chi adora queste feste e al primo timido accenno di lucine sbriluccicanti, decorazione babbonatalosa o onimodinevesca si metterebbe a cantare "Jingle bells! Jingle bells!" saltando su e giù in mezzo all'ufficio come un elfo impazzito tra gli sguardi inorriditi dei colleghi e vorrebbe che fosse Natale tutto l'anno, esclusa giusto giusto una settimana intorno a Ferragosto perchè l'idea di un signore anziano costretto a girare con un giaccone rosso foderato di pelliccia, berrettone pendant e renne e compagnia bella con 35° all'ombra in effetti fa un po' strano; e a chi da qualche anno quando arriva questo momento dell'anno prova solo una grande tristezza, forse perchè è solo, forse perchè i ricordi, a volte, sono un peso che ci piega la schiena. A chi sta vivendo un bel periodo, perchè continui così. A chi sta attraversando una fase no, perchè la prossima curva riveli la sorpresa inaspettata di un tratto di cammino di nuovo in discesa. A chi da troppo tempo stringe i denti e non si ricorda neanche più com'era quando le cose andavano bene, perchè il vento cambi una buona volta e spazzi via tutte queste nuvole scure. Rivelando che dietro, che ce ne ricordiamo o no, che sia alla nostra portata o meno, esiste ancora il sereno.

A tutti, con affetto
dall'Orbettino (al momento attuale arenatissimo) i più calorosi


* * * AUGURI! * * *



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P.s. E lo so che il criceto non c'entra un picchio. Ma immaginate la stessa immagine, con la foto di un orbettino in tutto il suo biscesco splendore: l'effetto sarebbe stato alquanto poco natalizio ed alquanto "AAAGGGGGGHHHH!!!!! MA CHE IMPRESSIONE!!!!!!!!". Quindi vi beccate il criceto, benchè clandestino e decontestualizzato.
(Come dice il noto proverbio (*): meglio un criceto decontestualizzato oggi che un rettile appropriato e pertinente domani)
(*) che mi sto inventando in questo momento

1 dicembre 2013

Aspirazioni (abbiamo quelle che ci meritiamo)



Evvai.

Talent show come se piovesse. Per aspiranti cantanti, chef, manager, stilisti, ballerini, sosia, modelle; e chissà cos'altro. Insomma: per aspiranti. Tu pensa ad aspirare; che poi il talent show da qualche parte lo troviamo. Alle selezioni per partecipare a X Factor si sono presentati in sessantamila. Alcuni dei quali stonati come il canto di dolore del tapiro reumatico deluso in amore impantanato in una palude di sabbie mobili mentre tra l'altro inizia a piovere e lui ha dimenticato l'ombrello a casa della zia (i tapiri hanno proprio delle giornate no, alle volte). 
Perchè in fondo si trattava solo di vincere un contratto discografico da 300.000 euro. Saper cantare, cosa c'entrava?

Oltre a questo, guardiamoci intorno...

Adoratori del dio Ra; non nel senso di antichi egizi redivivi con i capelli tagliati da una parrucchiera di campagna in crisi di vocazione che camminano rigorosamente di profilo, ma RApaci RAmpolli RAmpanti. All'occorrenza pronti, se serve, a cambiare colore come RAmarri.

Genitori che ogni pomeriggio sballottano il disorientato pargolo da un gruppo sportivo all'altro, rigorosamente agonistico-competitivo, nella speranza di ritrovarsi, domani, un campioncino in famiglia. Dialoghi tipo "Ma come sarebbe, scusi, che posso iscriverlo solo a sci e calcio e non a Lotta Greco-Romana  Sui Carboni Ardenti e neanche a Sky Parachute Kick Boxing, quello che ti buttano giù da 5000 metri e mentre scendi devi prendere a pedate e sberloni il compagno che ti sta più vicino, che la mia amica Paolinzia mi ha detto che è troppo una figata, il suo Piervittorio Olmo Fusto lo fa da sei mesi e ha già abbattuto nove amichetti? E perchè no? Cosa c'entra l'età, scusi? Il mio Nicccolllò Pasquizio Gabrielgarko è un bambino precocissimo, sa! E comunque, ha già quattordici mesi!"

Per non dimenticare che per anni i palinsesti televisivi estivi hanno allietato le italiche serate con il tristissimo spettacolo di squinzie sgallettate zompettanti disposte a farsi prendere in giro da un presentatore fintopaterno verofurbacchio e fare cose intelligenti come parlare con un pupazzone rosso baloonzolante con gli occhi pallati. Il tutto per poter essere partecipi, per il tempo di una puntata, dell'effimero, fragilissimo sogno di poter essere, alla fine, la Prescelta.
Colei Che Ce L'Ha Fatta. 
L'Highlander che sopravvive alle selezioni più spietate e al Capo Horn del televoto, quel "Soltanto Uno" destinato a rimanere.
L'Unica.
Insomma: unica, di due.

Una velina.
 ***

E uffa. 

Gira e rigira, sogni e aspirazioni, negli ultimi decenni, sono sempre gli stessi. Ho un vago, dolce ricordo di un vecchio film dei Muppets in cui Kermit -una rana, un mito- faceva un lungo viaggio per andare a Hollywood, bussare alla prima porta che trovava, entrare in un ufficio qualsiasi e domandare "Scusi, io vorrei diventare ricco e famoso: cosa devo fare?". Ecco: appunto. 
Ma Kermit, almeno, era candido. 
E tenero. 
E sincero. 
E verde.
Anche se in effetti quest'ultima caratteristica non c'entra molto. 



***


Proviamo a quantificare, seppure rigorosamente a nasometro: 

il 50% degli italiani vorrebbe vincere un Talent per cantanti futuri Disco di Platino. Un altro 50% è convinto che la propria appassionante autobiografia in 500 pagine farebbe improvvisamente apparire i Promessi Sposi come materiale combustibile alternativo ai pallet. Un terzo 50% (sì, lo so, non fate i pignoli, uffa) vorrebbe fare la velina, mentre il restante 30% sogna un futuro da atleta famoso. Aggiungiamo l'ulteriore 20% di quelli che diventeranno sicuramente giornalisti di successo. Per non dimenticare la minoranza sparuta tendente allo sparita (10%, via) che ambisce ad un percorso di studi prestigioso, non per amore della cultura in sè, ma in prospettiva di una illustre e guadagnofora carriera. 

Poi, abbiamo quelli (signora, fa il 30%, lascio?) che sotto sotto non disdegnerebbero un'attività politica, magari con annesso un incarico senza troppe pretese. 

Ma solo una cosetta, semplice semplice. 

Tipo, un ministero. 

Ma... un attimo. Cos'è quella massa di persone la in fondo (a occhio, almeno un 35%), che brandiscono minacciosi coltelloni da carne, spiedini e padelle antiaderenti? Dobbiamo spaventarci? Ma no: è l'esercito di coloro che sognano di vincere Master Chef. O Mister Cif (Ammoniacal). Insomma, non so se avete presente: uno di quei format in cui venti poveracci si ammazzano a cucinare come schiavi mentre altri tizi molto più importanti e molto, molto più pagati non solo non fanno un emerito picchio per tutto il tempo ma per metterli a loro agio girano loro intorno urlandogli nelle orecchie cose carine come 

"MA TI RENDI CONTO DI COSA STAI COMBINANDO??? 
MI HAI VERAMENTE DELUSO!! QUESTO E' UN ERRORE GRAVISSIMO!!!!
GRA! 
VIS! 
SI! 
MO!!!!!!! "

(i grandi chef sono le uniche persone al mondo in grado di mettere il punto esclamativo alle singole sillabe. Credo frequentino un corso apposito:  Elementi di Punteggiatura Ansiogena. Tra una lezione di Istituzioni di Omelettologia Comparata Superiore ed una di Psicologia Della Vongola.)

 oppure

"TRE MINUTI! HAI TRE MINUTI! FORZA, CHE DEVI ANCORA PREPARARE LA PASTA FRESCA FARE LA  TORTA PASQUALINA FARCIRE CINQUE TACCHINI DI CUI UNO STA ANCORA BECCHETTANDO IGNARO IN UNA FATTORIA DI PERGINE VALSUGANA E LAVARMI LA MULTIPLA!!!! "

e li criticano e insultano peggio che il direttore di un call center bulgaro, che in confronto l'arena del Gladiatore era una cosa rilassata tra amici, bravi ragazzi alla mano e per nulla competitivi; poi vengono eliminati perchè hanno commesso l'inaccettabile caduta di stile di aprire un'ostica senza prima bussare al guscio chiedendo educatamente "TOC! TOC! Permesso?" - l'"erre" moscia non era strettamente richiesta, ma sarebbe stata apprezzata- escono disperati e in lacrime, offrendo al mondo il triste e fino a ieri imbarazzante spettacolo di un adulto che piange; dopodichè commentano "Come sono contento, mi sono divertito un sacco, ringrazio tutti, è stata l'esperienza più bella della mia vita".

Non oso pensare alle altre. 



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Ma torniamo alle percentuali.
Che, facendo due conti, significano che esitono concrete possibilità che in questo esatto momento, proprio mentre state leggendo queste righe e chiedendovi dove picchio andranno a parare, un nerboruto centroavanti di una squadra di calcio con un nome tipo Vigorsalus Rigormortis, in minigonna e tacco 18, appena ultimata la stesura di un articolo per la prestigiosa rivista Trullo Moderno, anche nota, presso alcuni detrattori , come il CiTrullo -ma è solo invidia, eh- di cui è inviato d'assalto (memorabile, in proposito, la sua intervista-verità ad un lavello di tufo),  stia ballando su un tavolo uno stacchetto in stile asilo-nido-lap-dance insieme ad un pupazzone rosso con il papillon affetto da laringite cronica, mentre per prepararsi all'audizione che farà dopodomani canta a squarciatimpani cose come "Aaaiiiiiii, Aaaaaaaiiii - Aaaiiiiiiiii / uill olueis laaaave iuuuuu / uuuuuu /uuuuuuu!!!!" gorgheggiando come un usignolo mannaro  su cui siano stati innestati i geni di un coyote idrofobo soggetto a crisi isteriche, facendo nel contempo volteggiare nell'aere a tempo con la musica una frittatina ai gamberoni tartufati soufflè flambé consommé cloisonné degradé decapé meublé negligé olè, mentre ripassa mentalmente i dettagli del suo fantastico piano strategico per diventare Ministro del costituendo Ministero Per La Salvaguardia Degli Sciroppi Ai Gusti Minoritari Q.C.O. ma S.T. (Quali Cedrata, Orzata ma Soprattutto Tamarindo), con delega ad interim per l'Assessorato Alla Tutela Dei Tergicristalli e libera docenza di Storia del Brucomela presso l'Università Degli Studi di Paperopoli.


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E, dato che siamo in Italia, probabilmente ce la farà.