12 agosto 2013

DIARIO DI MONTAGNA 1 - GUIDO CHE GUIDA (IL BUS)

Ovvero:

UN NOME, UN DESTINO



L’anno scorso un pomeriggio avevo visto, parcheggiato qui vicino, un minibus di quelli a noleggio. Dentro c'era solo l’autista in attesa del ritorno dei passeggeri. La cosa fuori dal comune era che, sulla fiancata, c’era scritto ben in grande il nome della ditta, e questo era qualcosa tipo… GUIDO BUS.

Non mi ricordo se la scritta fosse esattamente questa, o "Bus Guido" o altro. Ma il nome Guido, associato al bus, c'era. 
Mi stavo chiedendo (cercate di capirmi: qui non è che ho molte cose da fare, sob!) se il nome fosse stato scelto per fare un gioco di parole o se fosse reale, quando la risposta era arrivata da sola: un signore si era avvicinato al pullmino ed aveva salutato il conducente con un bel “Ciao, Guido!”

Quindi non solo il signor Guido, che guida i bus, esisteva davvero, ma era lì in carne ed ossa, davanti ai miei occhi!




Ora, dico: già l’idea di uno che si chiama Guido e sceglie di fare l’autista è abbastanza notevole. Ma soprattutto mi affascina pensare ai possibili dialoghi che possono scaturire da questa situazione. Per esempio, questo… ma prima, un attimo per presentare i nostri eroi, ossia i


                                          Personaggi ed interpreti:



  - GCG, ossia Guido Che Guida (il bus)

  - AI, che non è un racconto di Dick ma un’Anonimo Interlocutore, non particolarmente perspicace; nonchè uno di quelli che cercherebbbero di attaccar discorso anche con il gomito sinistro di una statua di marmo.
 

Bene: ora immaginate che i nostri due si siano casualmente seduti sulla stessa panchina.



AI : 


- E che lavoro fai?

- Guido.

- Ehm… no, dicevo: che lavoro fai?

- Guido.


AI, un po’ perplesso:


- Ok, lasciamo perdere. Quindi dicevi che ti chiami…

- Guido.

- Ecco, appunto. Ciao, Guido

- Esatto: sono Guido, e guido.

- Eh?

- Sono Guido E guido.


AI a questo punto comincia a pensare che il vicino sia DECISAMENTE strano e, nel dubbio, ritiene più prudente adeguarsi:


- Ah. Va be’… Ciao, Giudo-e-Guido.

- No: Guido! SOLO Guido! Ma, I-N-O-L-T-R-E guido.

- E io che avevo detto? Ma va be’, se preferisci… (parlandogli come ad un bambino un po’ tardo) Ciao, Guido MA I-N-O-L-T-R-E Guido.

- No, ascolta: il secondo è un verbo. 
- Come, un verbo?
- Per esempio: tu guidi?

- Sì, io guido.

- Ah: ma allora ci chiamiamo allo stesso modo!

- Ah, anche tu Mario?


G.c.g. (comincia ad essere un po’ confuso):


- Ma… tu non sei Guido?

- Certo che no: sono Mario.

- Ma allora perché dici che sei Guido, scusa?

- Io? Mai detto!

- Ma sì: un attimo fa ti sei presentato, hai detto: “Io, Guido”

- No. Volevo dire che guido. Guido, ma NON SONO Guido.

- Ah, scusa; è stato un malinteso. Ma adesso capisci ciò che dicevo, no? Anch’io guido; solo che io, in più, SONO Guido!


AI (nella cui mente improvvisamente si accende un barlume di comprensione):


- Ah, ora ho capito! Tu SEI Guido E INOLTRE guidi!

GCG fa un respiro di sollievo. 

- Sì, infatti.
- Ah, ecco. Ecco.
- Già.






La conversazione si arena. Tra i due scende un lungo silenzio, di quelli così spessi che si taglierebbero con un coltello. Dopo un po', AI riattacca:


 


  - Così tu guidi. Camion?

  - No. Bus.

  - Ah, guidi bus. Bel lavoro.

  - Insomma, non mi lamento. E ho anche messo su una piccola attività. Sai, un’impresa a livello familiare, ma che sta andando benino.

  -  E’ una buona cosa. Di questi tempi è una fortuna, una piccola impresa che funziona. E come si chiama?

 Guido bus.

  - Sì, ho capito che guidi bus. Ma dicevo, l’impresa, come si chiama?

  - Guido bus.
  - E dagliela! Ma ti ho chiesto:  COME - SI - CHIAMA - LA - TUA- IMPRESA?
  - E io ti ho risposto: GUIDO BUS!!!!

  - E IO TI HO DETTO CHE LO SO CHE GUIDI I BUS! 

GCG (innervosendosi ed alzando vistosamente la voce):
 
  -  Ti sto dicendo che guido bus per la GUIDO BUS!

AI (alzando la voce ancora più di lui, anzi, decisamente gridando, fino a diventare paonazzo):

-   E VA BENE, SPIRITOSONE: SEI GUIDO BUS CHE GUIDA BUS PER LA GUIDO BUS, CHE IMMAGINO SI TROVI A GUIDO BUS IN PROVINCIA DI GUIDO BUS, DICO GIUSTO? CHE POI SAREBBE PROPRIO VICINO A GUIDO BUS CHE STA SOTTO GUIDO BUS MA NON E' DA CONFONDERE CON GUIDO BUS, E GUIDO BUS DI QUA E GUIDO BUS DI LA’; E GUIDIBU’! E GUIDIBA’! E GUIDIBUBBETE-BUBBETE-BUA’! CONTENTO ADESSO????

GCG (sta per esplodere, ma fa uno sforzo ciclopico per contenersi; anche se mentre parla stringe i pugni fino a farsi venire le nocche bianche):

-  Senti. Io SONO Guido, nome proprio, ok? e di lavoro GUIDO, hai capito? Mi segui fin qua? Bene; ora facciamo un passo avanti. La cosa che guido sono i BUS, capito? Quelli un po' come le auto, ma più grossi, con le ruote graaandi, e il motore che fa WOOOM WOOOM WOOOOOOOOMMMMMMMM!!! Bene. Ora, concentrati, che arriva il pezzo più difficile. I bus che guido sono di un’impresa, ok? E questa, come tutte le imprese, ha un nome; ok? E dato che io SONO Guido, e l'impresa riguarda i BUS, come si chiamerà, eh? Come si chiamerà? Pensa un po': si chiama GUIDO BUS!


A.I.  ci pensa un attimo; poi si batte una mano sulla fronte mentre scoppia a ridere, fragorosamente:


- Noooo… ma… ho capito! Oh, ma quanti equivoci!  Da non crederci! Sai, tutti quei “Guido” avevano creato un sacco di giochi di parole! 


GCG (ride anche lui):

- Sì, succede. Ma questa volta è stato il massimo, eh!


I due ridono a lungo, scambiandosi amichevoli pacche sulle spalle a manifestare la fraternità e la nascente amicizia sorte dalla buffa catena di equivoci.



Quindi AI riepiloga:


- Quindi tu guidi, e guidi bus, per la GUIDO BUS!   
- Esatto!  
- Da non crederci!!! Ma pensa: io invece avevo creduto… (interrompendosi, quasi strozzato dalle risate) ...avevo creduto… avevo PROPRIO creduto…

GCG (anche lui quasi piegato in due dalle risate)

- Cosa… cosa… cosa avevi creduto?

  AI, con tono trionfale:
 - …che tu... tu... TI CHIAMASSI GUIDO!!!!


  GCG: 



   - AAAAAAGGGGGGGGGGHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!






***




Notina: Dopo quest'episodio il signor Guido, disperato, ha appeso il bus al chiodo (metaforicamente, se no ti pare che il chiodo teneva?), venduto l'attività e cambiato radicalmente professione. Ora fa il coltivatore e raccoglitore di ravanelli ornamentali. E spera che, tra tutte le lingue, dialetti, idiomi, parlate o vernacoli del mondo, non ne esista uno in cui  "Coltivo-e-raccolgo-ravanelli-ornamentali" è un diffuso nome proprio maschile.
  




3 commenti:

  1. Ah Ah Ah
    Fantastico quwesto post

    Però pure 'sto guido che fantasia!

    Diciamo che ha porto il fiancvo a certe situazioni

    in ogni caso poteva "stirare" il tizio e avrebbe risolto

    Pennydue

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  2. Ahhahah!! Povero Guido... Certo che anche lui se l'è un po' andata a cercare eh!!

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