12 agosto 2013

Hai mai provato ad andare in bicicletta in Scandinavia una mattina di primavera?




Oh, le pubblicità anni'80... 
Chissà perchè, era un periodo olfattivo. Anche se gli aromi che andavano per la maggiore erano quattro o cinque in tutto. Erano gli anni in cui pronunciavano le paroline magiche "al pino silvestre" o -botta di esotico- "al lime dei Caraibi" (ora lo mettono giusto nei detersivi per piatti del supermercato, ma allora ci avremmo sguazzato dentro), e per noi suonavano come "alla manna celeste, raccolta fresca fresca proprio stamattina" o "all'estratto di gonade sinistra di istrice albino settimo di una nidiata di sette": insomma, cose dell'altro mondo, che noi umani non potevamo immaginare.
C'era lo shampoo alla mela verde, un mito: quello con il flacone più verde di Kermit la rana, che se lo usavi ti lasciavi dietro una scia di olezzo così spessa che se qualcuno la doveva attraversare doveva tagliarla con il machete. C'era il bagnoschiuma -Vidal? Badedas?- con quella pubblicità famosissima, i cavalli bianchi che correvano liberi e selvaggi sulla spiaggia... Che poi, ovvio: i cavalli bianchi che corrono liberi e selvaggi sulla spiaggia usano il bagnoschiuma, no? Chissà se l'idea era nata dal fatto che il pubblicitario aveva detto al regista: "... e mi raccomando: per dare l'idea della freschezza dirompente voglio delle onde belle grandi, ma proprio grandi; anzi... dei CAVALLONI!" 

Sì, questa era orrida (scusate). 


Ma proprio. 


Tanto.

Ok, cerchiamo di riprenderci.

Cosa si fa in questi casi? Be', direi, si va avanti facendo finta di niente, con grandiosa faccia tosta. Allora:


...E c'era la saponetta profumosa (Lux, mi pare), con uno slogan tipo "il sapone di una diva su tre" (geni: come dare l'impressione di avere un sacco di testimonial, senza averne neanche una!). O quella Camay, pronunciato rigorosamente "Camài" : perchè se no c'era il rischio che le persone volessero comprarla ma non ci riuscissero, perchè non sapevano come si scriveva. E idem il dentrificio "Colgàte"; che poi detto così sembra più un comune del Varesotto: "Plin plon! E' in arrivo sul primo binario il treno per Milano Centrale. Ferma a: Gavirate, Gallarate, Colgate...")
E il dopobarba - o deodorante? Comunque mi pare fosse il Denim Musk- "Per l'uomo che non deve chiedere. Mai." (io aggiungerei: Solo supplicare. Sempre.).
Nello spot compariva il torso di un uomo -il viso non si vedeva- con camicia di jeans, abbronzatissimo e, si intuiva, con fisico da modello (cosa abbastanza normale, visto che in effetti era un modello. E avesse anche avuto una corporatura alla Sancho Pancho, dato che apparteneva ad un modello, di fatto sarebbe diventata automaticamente una "corporatura da modello". Il che dimostra che fare i modelli è una figata.). Una voce fuori campo recitava lo slogan, quindi compariva una mano femminile -unghie laccate rosso fuoco- decisa e rapinosa, che azzardava una carezza e intanto slacciava un bottone della camicia. E poi, fine dello spot e tanti saluti a casa (e bambini a nanna, che avete già visto abbastanza).
Che poi, pensandoci, la mano poteva anche essere della dermatologa, che intanto stava dicendo con tono professionale "Allora, adesso vediamo quel brutto ponfo purulento che mi diceva". O della signora Pina, portinaia dello stabile, novanta chili portati con grazia sbarazzina su un metro e quarantadue di altezza, gambaletti color carne indossati con le ciabatte e conseguente look "gambe alla omino Michelin", denti effetto vedo-non-vedo, nel senso che erano uno sì e uno no; però belle mani, niente da dire. (Immagino che se lo spot fosse durato ancora qualche secondo si sarebbe sentita anche la voce di lui: "Ma signora Pina, insomma! Non è possibile che tutte le volte che passo davanti alla portineria lei cerchi di mettermi le mani addosso! La smetta, glie lo CHIEDO per favore!" E lei: "Ma lei usa Denìmmme Masch: lei è un uomo che NON DEVE CHIEDERE! Lo dicono anche alla tivvù!". "Ma io..." "ZITT'!" "No, ma..." "SHHHTT!!!!" 

Al che lui, sconfitto dall'evidenza, taceva e si rassegnava a subire stoicamente il Pinesco assalto. Per l'ennesima volta.)


Il che, pensandoci, suggerisce anche la possibile etimologia del nome del prodotto: 
da "TENIMM' MASCHIO!!!!!" (grido di vittoria della suddetta signora Pina quando riusciva a bloccare il malcapitato. Con gran sfracassamento di cosiddetti dei condomini, tra l'altro, ormai abituati a sorbire il pinesco ululato almeno una volta al giorno: “Cos’è stato quel grido giù dabbasso? Hai sentito anche tu, Ugo?” “Ma niente,  Arpalice: è quel benedetto ragazzo, si è fatto prendere anche ‘sta volta!"). Poi diventato "Denìmm' masch'!"; e infine -anglizzazione, che fa sempre fino e non impegna- "Denim musk".


Non so se certe pubblicità ci sono rimaste tanto impresse perchè  c'era una gamma molto minore di prodotti, e quindi le notavamo di più, perchè eravamo più ingenui o perchè -questa è la mia impressione- rimanessero invariate per un sacco di tempo, fino a diventare dei classici. Ma il mito assoluto, in questo campo, era un altro detergente o affine (un docciaschiuma? o era un deodorante?) con la famosa pubblicità "Hai mai provato ad andare in bicicletta in Scandinavia, una mattina di primavera?". 


Ricordate? Che ti veniva da rispondere "Uh, come no! E chi non è mai andato in bicicletta in Scandinavia, una mattina di primavera?" (per inciso, porre una domanda del genere ad uno che magari passava la vita a fare il pendolare Trofarello -Torino Porta Nuova, e come botta di vita andava una settimana all'anno nella pensione Marinella a Ventimiglia con con la zia, sapeva un po' di presa per i fondelli, in effetti; ma giusto un pochino). Ma soprattutto ti immaginavi uno che, una mattina di primavera, si preparava un panino, saliva in bici e se ne andava vispo e giulivo salutando con un bel: "Ciao, mamma: vado in Scandinavia!" (questa non è mia, credo: mi pare l'avesse detta qualche comico). Che poi, appunto: se monti in bicicletta e vai IN SCANDINAVIA, ammesso che ce la fai a fare un viaggio così lungo, secondo me quando arrivi (dopo aver pedalato ed arrancato per mesi) non è che ti senti tanto fresco. Cioè, per me sei più sull'accaldato sfatto e con un delicato olezzo tipo bouquet di merluzzo andato a male, con note di coda di topo morto. E poi, dico: per illustrarti il concetto di bagnoschiuma con profumo fresco, un paragone un po' meno bislacco? In fin dei conti, per dare un'idea di fresco che anche noi umani potevamo capire, perchè non "Hai mai provato ad aspettare il 14 a Torino in via Cernaia una gelida sera di gennaio, quando nevica da due giorni, c'è sciopero dei tram e ne passa uno ogni ora e hai pure avuto la disgraziatissima idea di mettere le scarpe che perdono?". Va be', forse non suona altrettanto allettante, lo ammetto. Ma, vi garantisco, in quanto a fresco, ne prendi ben di più che sbiciclettando giulivo su e giù per la Scandinavia (anche perchè il 14 a Torino in Via Cernaia non passa, non è mai passato e non passerà mai, a meno di curiosi fenomeni di dislocazione spontanea dei binari; quindi hai voglia di aspettarlo, in una gelida sera di gennaio).
No, invece: volevano fare gli esotici. Ma allora, mentre c’eravamo, perchè non un bel "Hai mai provato ad andare in canoa sulle rapide del Niagara in un anno bisestile dopo aver appena stabilito il nuovo primato mondiale per il maggior numero di granite al tamarindo ingurgitate in mezz'ora e pagaiando con due merluzzi surgelati sotto le ascelle?". Perchè questo, in quanto a sensazione di freschezza, altro che Scandinavia e mattina di primavera!

Ciaoooo!


5 commenti:

  1. Comunque le pubblicità di una volta erano più simpatiche!
    Ora se facessero Denim musk la mano andrebbe direttamente ad aprire la patta!

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  2. Divertentissimo XD sto ridendo da sola come una pazza huahauahua XD

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  3. La voce della pedalata mattutina in Scandinavia era quella del mio papà <3

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