Una triste storia vera
Qualche anno fa il buon Babbo, stufo di mantenere una banda di renne nullafacenti che mangiavano e alloggiavano a sbafo per 364 giorni l’anno, colto da botta di modernità aveva deciso di affidare in appalto il servizio di trasporto doni della notte di Natale. Si era pertanto rivolto ad un gruppo di giovani renne freelance ricche di spirito di iniziativa, che avevano messo su una piccola impresa nel settore Trasporti E Consegne. Per la verità il motto della ditta, stampato a caratteri cubitali sull'insegna, non prometteva niente di buono. Insomma, ammettiamolo:
“Non sbagliare strada: con noi torni sulla reNNa via!”
come senso dell'umorismo è abbastanza imbarazzante. Ma i baldi cervidi, con il loro moderno piglio imprenditoriale, i modi decisi, le grandi pacche sulle spalle (*) e la profusione di rassicurazioni -seppur continuamente inframmezzate da battute penose del tipo “ma non si preoccupi, signor Natale! Noi garantiamo la massima puntualità ed efficienza. Vedrà: anche con la neve e il cielo gelato, noi non ci areNNiamo mai!”- gli erano apparsi veramente affidabili e degni della massima fiducia.
(*) che poi prendersi una pacca sulla spalla da una renna, con la faccenda degli zoccoli, non è che sia questo gran piacere. Anche per questo, in genere l'interlocutore tende a trovarsi sorprendentemente d'accordo con la renna entro la seconda o terza pacca.
Pertanto il buon Babbo era tornato a casa tutto contento e soddisfatto di come aveva risolto il problema consegna dei doni, e non ci aveva pensato più.
Non immaginava, il candido vecchino non aduso alle strategie di marketing, che nei giorni successivi la moderna mentalità imprenditoriale delle renne le avrebbe condotte a subappaltare il lavoro, a sua insaputa, ad un gruppo di alci, in base al principio che “ma dai: da lontano chi vuoi che distingua un alce da una renna?”.
Ne' tantomeno immaginava che gli alci, applicando lo stesso postulato, peraltro ben noto, con le opportune varianti, agli esperti di marketing di ogni specie e settore, a loro volta il giorno dopo avrebbero fatto lo stesso con altri animali.
E così via.
Il risultato era stato che se quella notte di Natale foste usciti di casa, il cuoricino emozionato e fiducioso, onde recarvi in un luogo tranquillo e lontano dalle luci cittadine; se poscia in gioiosa e trepidante attesa aveste alzato gli occhi al cielo, aguzzando lo sguardo, ed attendendo pazientemente che poco a poco si abituasse all’oscurità; se, infine, aveste avuto la fortuna di cogliere, in tutta la magica notte, proprio l’attimo più colmo di scintillante incanto; allora, o privilegiati tra i mortali, avreste potuto avere l'indimenticabile visione di Babbo Natale in persona, che solcava il cielo nella sua slitta carica di doni in un tirpudio di campanellini tintinnanti, sbandando, zigzagando e in generale gridando, imprecando e purcunando come un cantoniere ubriaco, mentre cercava invano di condurre un bizzarro tiro a quindici composto, nell'ordine, da:
- un alce decrepito vittima della riforma Fornero
- quattro bassotti sbronzi di brutto in seguito al recente fortuito ritrovamento, nella tavernetta della baitina di montagna del padrone, seppellito sotto uno strato di polvere di diverse ere geologiche, di un prezioso reperto preistorico consistente in numero una bottiglia di Canbusa One - l’Amaricante ancora quasi piena, i quali, anzichè il Jingle Bells d'ordinananza, si ostinavano a ululare con entusiasmo degno di miglior causa il tipicissimo canto natalizio "Quindici Uomini, Quindici Uomini / Sulla Cassa del Morto"
- un opossum daltonico di pessimo umore
- una giraffa infelice che la settimana prima aveva ingenuamente risposto ad un annuncio su “Savana Oggi” che prometteva “un lavoro giovane e dinamico. Sarete inseriti in un team motivato e stimolante. No poll center (Nota Del Traduttore: tentativi di vendita telefonica ai polli. Intesi sia come gallinacei, sia come potenziali clienti non esattamente avveduti negli acquisti), no tana a tana"; e aveva creduto che "Per te che nella professione vuoi salire in alto!” si riferisse alle possibilità di carriera
- un’anatra con l'artrite
- un giovane canguro che aveva lasciato il marsupio il giorno prima e continuava a piagnucolare che la mamma gli mancava tantissimo
- un'anguilla dai modi piuttosto falsi e subdoli (come dire? un tipo strisciante)
- una pulce megalomane che si era leggermente sopravvalutata
- un formichiere con le vertigini, terrorizzatissimo
-una pantofola di peluche a forma di barbapapà
- Paperoga
- una vongola.
Il che è bello ed edificante e ci fa sentire tutti più buoni.
***
E dopo questo momento tristissimo, l'Orbettino vi augura buon anno.
Seriamente, adesso. Con le parole di Jacques Brel.
***
Vi auguro sogni senza fine,
e il desiderio furioso di realizzarne qualcuno.
Vi auguro di amare ciò è da amare
e di dimenticare ciò che è da dimenticare.
Vi auguro passioni.
e il desiderio furioso di realizzarne qualcuno.
Vi auguro di amare ciò è da amare
e di dimenticare ciò che è da dimenticare.
Vi auguro passioni.
Vi auguro silenzi.
Vi auguro canti d'uccelli al risveglio
Vi auguro canti d'uccelli al risveglio
e risa di bambini.
Vi auguro di resistere alla stasi,
all'indifferenza,
alle virtù negative della nostra epoca.
Vi auguro, soprattutto, di essere voi stessi.
all'indifferenza,
alle virtù negative della nostra epoca.
Vi auguro, soprattutto, di essere voi stessi.
***
Auguri dall'Orbettino!
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P.s. anche dalla vongola
...di coppia col canguro intravedo anche la nostra Rosssita, sorride ipnotica, sarà per il petardo da due megatoni che reca nel becco, per il suo bel fornaio.
RispondiEliminaComplimenti per l'immagine geniale dell'alce esodato e la citazione di Canbusa One l'Amaricante... che ha scavato nel mio inconscio. Complimenti anche per gli auguri delicatissimi. Grande! Grazie.
Buon aNNo a te!
Grandissima, come sempre! <3
RispondiEliminaMuoro! XD Povero Babbo Natale, il marketing fa brutti scherzi!! Buon anno ^_^
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