19 marzo 2014

Un cane, un mito.

Evabbè.
Ultimamente, come i suoi due lettori  avranno notato, l'Orbettino (povero) ha smesso di orbettinare. 
Non sto ad annoiarvi con i motivi... diciamo piuttosto che si è preso un letargo sindacale. Fuori stagione ma va bè: il letargo sindacale quando arriva arriva, oh.

Tutto questo -che entra di diritto nella top ten dei peggiori incipit orbettineschi- per dire che mi sa che il bloggonzolo sta veramente per esalare l'ultimo respiro.

Ma proviamo a dargli ancora un po' di fiato?

Anche se vi avviso: sarà una cosina inconcludente, scritta così per scrivere.

Dite di sì?

E allora, dai. Riesumiamo per l'occasione un personaggio che ha turbato i miei candidi anni tra i 24 ed i 30 circa. Ossia, lui. 
Anzi, LUI:

il cane Filippo.

Precisiamo: il cane Filippo non c'è più da molti anni. A consolazione degli amanti dei quattrozampe, informiamo gli stessi che il suddetto ha avuto una lunga vita, resa coccolosa e caninamente felice da padroni deliziosi che -seppure per qualche strano motivo incomprensibile ai più, ossia più o meno a tutto il resto del mondo- lo adoravano. Per tutti gli altri, diciamo chiaro e tondo che Filippo era la negazione vivente e ringhiante di tutte le cosucce carine che a uno vengono in mente pensando ad un cane. Cose come tenerezza, pucciosità, cucciolosità, e quel nonsoché di generico ma taaaanto caruccio che potremmo chiamare "cagnolinità". 
Resettate tutto ciò.
Anzi: prendete questi concetti e negateli, capovolgeteli, fatene il complementare, tirateci una riga sopra, poi appallottolate il foglio, regalatelo alla zia e cose così. Che già solo a sentirvi pronunciare la parola "carino", a Filippo dalla rabbia gli sarebbe partito un embolo. Dopodichè, se sopravvissuto, vi avrebbe tenuto il broncio per due anni.

Se gli aveste lanciato un bastone di legno, dicendogli "vai, Filippo, vai!!", lui probabilmente sarebbe andato a prenderlo.
E l'avrebbe usato per menarvi.

Probabilmente, Filippo non era neanche un cane: in realtà era il frutto di una storia clandestina tra un vampiro ed un demone degli inferi (dal primo aveva ereditato una certa appena accennata, simpatica propensione al morso; del secondo aveva lo stesso carattere amabile, giocoso e spontaneamente portato all'affetto verso il prossimo). Solo per un curioso capriccio di un destino rio e beffardo era approdato all'essere sotto forma di schnautzer nano anzichè - come sarebbe stato più appropriato e da lui sicuramente più gradito - di una simpatica via di mezzo tra un dragone sputafuoco, un'orca marina, un'idra a sei teste, un balrog, il mostro di Alien e l'astronave della Morte Nera. 

E qui, è il momento di introdurre la prima delle gradevoli caratteristiche Filippesche: trovandoti davanti al suddetto, fossi tu anche stato l'individuo più incerto, confuso, disorientato del mondo,  immediatamente sentivi sorgere in te il conforto di un'improvvisa, limpida, luminosa, granitica, incrollabile certezza: 

FILIPPO TI ODIAVA.

Ok: come punto fisso forse era scarsino, per (ri)fondarci una vita. Forse non sarebbe stato il faro nella tenebra, la luce che d'ora in poi avrebbe guidato i tuoi passi sino a ieri vacillanti e incerti. Prrobabilmente non ti avrebbe neanche fatto capire cose di te stesso; nè ci avresti potuto scrivere un libro ("FILIPPO TI ODIA / RISPONDI A FILIPPO CON L' AMORE, FRATELLO") con nel risvolto di copertina la foto di te con abito da monaco zen abusivamente realizzato con il corpidivano della nonna (scusa nonna, poi te lo restituisco, è che era proprio di quel tono di arancio lì capisci; sì vabbè, però almeno sistema meglio i copribraccioli che altro che bonzo, con tutti quei bozzi mi sembri la zucca di Halloween, mi sembri) e un simbolo Yin e Yang tarocco fatto con Inserisci/Immagine/Forme di Word. 
Annunciando al mondo questa luminosa verità, non ci avesti manco rimorchiato le ragazze. 
Perlomeno, non quelle con un QI superiore a quello di un criceto in coma.
Ma non lamentarti più che non hai certezze, ragà; che Filippo te ne ha data una nuova di zecca.

Vocabolo, per inciso, dato il soggetto, alquanto appropriato.


Ma torniamo a bomba. Per dire che l'amabile creaturina sapeva comunicarti questo suo feeling -ah, la delicata sensibilità degli animali - esprimendo il messaggio non verbale in cento modi vaghissimi, accennati, appena appena percettibili. Tipo, scoprire il rosso delle gengive -il che in mezzo al pelo nero il suo bravo effetto satancromatico lo faceva tutto- con un ringhio sordo e prolungato che avrebbe fatto venire la pelle d'oca a Freddy Kreugher (e ora non mi dite che Freddy Kreugher non poteva avere la pelle d'oca per il semplicissimo motivo che NON AVEVA LA PELLE, precisini che non siete altro, gnegnegnè). Protendendosi intanto verso di te con tutta la sua nanoschnauzeresca forza, il guinzaglio teso in un modo che, tradotto dal cagnese-guinzagliese, significava chiaramente 

"Sia chiaro: questo laccetto di pelle del picchio, che per inciso un bel giorno potrebbe anche strapparsi -e ti faccio notare che quel giorno potrebbe anche essere domani, o oggi, magari tra cinque minuti, o anche solo tra... ROARRRRR!!!!!- è l'UNICA cosa che si interpone tra te nel il tuo aspetto attuale ed un tuo drastico restyling in vesione frullato di polpette" 

e a volte anche 

"e buon per te che mi hanno rifilato 'sto cavolo di corpo di Schnautzer, e pure nano, per colmo di sfiga. Perchè se ero un mastino spagnolo sai in questo momento, le robe che ti facevo"

Tra l'altro, curioso come il cagnese-guinzagliese, idioma di per sè assai complesso e irto di difficoltà (il tempi verbali participio scodinzolundio e trapassato sguinzagliato azzannaturo anteriore ringhiato prossimo, per esempio, ve li raccomando), in certi casi risulti invece di comprensione straordinariamente semplice.


E poi Filippo, uom... ehm, quadrupede di salde convinzioni, nella vita aveva un punto fisso. Un asse portante, attorno al quale ruotava tutto il Filippo-pensiero. Ossia: 
qualunque cosa sgradevole/dolorosa/fastidiosa/seccante succedesse nell'Universo, la colpa era TUA. 
Soprattutto se la cosa sgradevole/dolorosa eccetera era successa a lui.


A titolo esemplificativo, si consideri il seguente episodio:


Prima, fermoimmagine. Filippo, tenuto al guinzaglio dal regolamentare padrone, che sta per uscire da un negozio. Intanto tu, presente alla scena, ti sei portato nell'unica posizione prudente in presenza dello sciagurat... ehm, del tenero animaletto; ossia nel punto diametralmente opposto a quello occupato dall'amabile creatura. Naturalmente dopo aver controllato che la collocazione da te scelta sia al di fuori della portata del Filippesco guinzaglio, perchè con lui non si sa mai /non si sa mai / quello che al mondo ti può capitar 
(Per i teorici: detta F la posizione attuale del Filippoide, T la tua, e g la lunghezza del guinzaglio:  FT > g. 
Formula che potremmo altresì enunciare in forma discorsiva come segue:
"Stavolta ti frego, cane malefico"
Un "Tiè" finale è facoltativo, ma ci sta tutto).


Ok.
Adesso, Play. 

Al padrone sfugge la porta (pesante), con la conseguenza che una filipesca zampina viene leggermente pizzicata dalla stessa.

Ora, pregasi osservare la reazione del Nostro in tale momento cruciale:

Si volge forse egli verso il padrone maldestro, causa del suo canino dolore, e gli rivolge un lungo e grave sguardo di fermo biasimo? Magari accompagnato da un accenno di ringhio, giusto per non perdere l'abitudine? 

No.  

Emette un cuccioloso "caìn! caìn!" atto a scatenare nel prossimo ondate di sensi di colpa e sconfinata tenerezza?

No.

Prende la coraggiosa e maschia decisione di soffrire in silenzio, mostrandosi cane stoico e tetragono ai colpi della sventura?

Seeee, quando mai.

Invece, ecco cosa Filippo fa realmente

lanciando un CAAIIIIIIIIIIINNNNN!!!!!!!! lacerante, in un nanosecondo percorre in retro la distanza tra te e lui. E un attimo dopo è lì davanti a te, che abbaia con grande sfoggio di denti e gengive mentre ti ringhia contro -sì: ringhia A TE, povera stella innocente senza macchie nè colpe- le solite cosine simpatiche in cagnese di cui sopra.

E meno male per te che FT era maggiore di 2g.



***


Ho un ricordo dolce-agghiacciante di una cena presso la famiglia (persone carissime, tra l'altro) la cui esistenza Filippo allietava. 
Giardino della casetta al mare, un grande tavolo sotto gli ulivi. Veduta incantevole: più in basso i tetti digradanti di un paesino; ancora ulivi e poi una piccola baia... Il mare. Una dolcissima sera estiva, mite e accarezzata da una brezza leggera, che man mano trascolorava in una notte altrettanto dolce e carezzevole. I riflessi della luna piena, che danzavano sull'acqua blu scura. E intanto una conversazione garbata e spiritosa con persone gradevolissime, cibi sfiziosi... Insomma, uno di quei momenti di pace e bellezza che la vita a volte ti regala quando si è svegliata bene ed è in vena di generosità. 


Reso appena appena meno bello e pacifico dall'orrore in agguato sotto il tavolo. Orrore consistente in un temibilissimo Filippo deguinzagliato, ossia LIBERO e vagante a mo' di mina impazzita, proditoriamente nascosto dalla tovaglia e pertanto localizzabile solo a tratti grazie al suddetto caratteristico ringhio che ti faceva correre un brivido gelato nella schiena ogni volta che lo sentivi in avvicinamento alla tua postazione. Situazione che tuttavia peggiorava ancora di molto, quando proditoriamente l'essere delle tenebre passava in modalità "Silent Phil-ON" : perchè allora -il perfido- avrebbe potuto  essere OVUNQUE.


Il brivido di cui sopra (e orrore e raccapriccio, per chi si ricorda Cattivik), peraltro, ti toccava pure dissimularlo: perchè agli occhi dei padroni di casa il mostr... ehm, l'adorabile cagnolotto era quanto di più angelico, candido e geneticamente impossibilitato a concepire atti anche solo lontanamente malvagi esistesse al mondo. Ed un tuo non dico fastidio, ma anche solo scarso entusiasmo nei Filippeschi confronti sarebbe apparso assolutamente inconcepibile ed indice di un cuore arido e brutale. Il che ti costringeva a dissimulare il panico sotto un'espressione disperatamente sorridente; che più che altro ti portava, temo, a produrti in un atroce sorriso a denti digrignati tipo paresi isterica fulminante.


Per la serie "informazioni di cui avreste volentieri fatto a meno"-  e soprattutto sperando che non abbiate mangiato da poco- aggiungo che il buon Phil, all'epoca già anzianotto ed acciaccato, accresceva il suo già considerevole fascino personale aggiungendo alle sue molteplici attrattive non solo un delicato bouquet olfattivo tipo bidone dell'umido con note di fondo di topo morto, ma anche svariate malattie, della pelle e non, grazie alle quali produceva una quantità di sebo sufficiente per ungere un paio di provincie mediamente popolate, ed era dotato di scaglie di forfora mutanti della dimensione di mezza unghia 
Il che faceva sì che non sapevi neanche quale prospettiva fosse la peggiore: se la belva ti avesse addentato proditoriamente un polpaccio sarebbe stata una brutta esperienza, non ci piove. 
Ma se mai la stessa, improvvisamente entrata in una fase di crisi di post-mezza età comprensiva di profonda autocritica, dopo un approfondito riesame della sua vita passata e valutata anche la vaghissima possibilità che la sua esistenza terrena un giorno avesse fine, fosse stata colta da profondo pentimento pei suoi cagneschi peccati e avesse maturato l'improvvisa decisione "Basta: da oggi divento un bravissimo cagnino tenerone cuccioloso affettuosissimissimissimo" e l'avesse concretizzata strusciandosi amorevolmente contro le tue gambe... 
Bè. 
Probabilmente, sarebbe stato molto peggio.



***


E ve l'ho detto che sarebbe stato un post sgalfo... nonchè un'arrampicata sugli specchi che metà basta.
Per farsi perdonare, l'Orbettino aggiunge un omaggino.
Ossia questa foto:



(Avviso ai naviganti: sullo smartphone non rende;  per vederla in tutto il suo splendore, zoomate alla grande, please)

E soprattutto, guardate l'espressione del tipo.


No,

Ma,

Scusate.

Questa allettante e BELLISSIMA immagine è la pubblicità con cui le ditte di bus della mia zona stanno lanciando le tessere elettroniche. Ma voi, su un bus guidato da uno simile -faccia da schiaffi che metà basta, sospetto di rossetto (rossetto? Sì, rossetto)  perlomeno inquietante (però rosa tenero, eh; che rosso di giorno fa cafone), e che ti fa l'occhiolino in quel modo, perfetto anello di congiunzione tra l' "allora acqua in bocca e zitto, se ci tieni alla salute: capitti ci siamo, aiò?", quello che offre pasticche strane ai ragazzini all'uscita di scuola (che c'ha pure in mano 'sta cosa strana tipo bolla di sapone però a forma di rombo che sbriluccica, che già per vedere le bolle di sapone a forma di rombo e pure effervescente tipo Cebion C non so cosa ti devi essere sparato, ma certo non il Lievito Paneangeli della brava Mariarosa) ed il molestatore da giardinetti professionista- ci salireste?



 


Poi, non vorrei essere volgare, ma... notate la didascalia: "SCOPRI COME AVERLA (la tessera. Insomma, spero si tratti della tessera) GRATIS".

Sinceramente, date le premesse... preferisco non saperlo, guarda.


 ***

Uh, dimenticavo: le fonti delle immagini:
Anche se non credo che ci sarà 'sta folla che correrà a guardarselo, eh. 

4 commenti:

  1. Fantastica, come al solito
    E meno male che non eri ispirata!

    Per Filippo: ho trovato un errore, spero non ti arrabbierai se te lo faccio presente: non si chiamava Filippo, ma Mattia ed era proprio come dici tu - oltre ad essere la gioia dei miei occhi (siì son matta)

    Riguardo all'immagine: "come averla" (la tessera certo, sei tu che pensi male
    D'altronde l'espressione del tizio la dice tutta no?

    Sul serio, ma come li scelgono?

    Ah no ho capito, i petrolieri hanno raccomandato il tipo così la gente pur di NON averci a che fare prenderà la macchina

    Alla prossima (che dai, ci sarà, è primavera, l'orbettino si sveglierà)

    Laura Pennydue

    RispondiElimina
  2. Emozionante la cena col Filippo sotto il tavolo, ha un non so che di roulette russa.
    L'autista non sembra fare l'occhiolino, ha piuttosto un occhio gonfio, forse ha cercato di averla gratis (non vorrei essere volgare..)
    Orbettino resisti, se serve facciamo pure la tessera.
    Ciao.
    Claudio

    RispondiElimina
  3. Per una volta che ho ricordato come si fa, rispondo...

    Claudio, la battuta sull'occhio gonfio dell'autista è bellissima!
    Ma... lanciare la tessera elettronica per l'Orbettino? :-) Già mi vedo la pubblicità: "Partecipa con noi alla salvaguardia dell'Orbettino! Scopri con noi come averla GRATIS!"
    Sì, va be': la seconda frase, come abbiamo notato, forse è un po' infelice.
    E come testimonial, sempre l'autista-maniaco, ma questa volta - facciamo le cose in grande, dai - con DUE occhi pesti!

    Laura: Filippo e Mattia gemelli separati alla nascita?

    Meredith: ehm... guarda che anche questa volta il tuo commento non è arrivato. Mi dispiace; non so proprio come mai...

    RispondiElimina
  4. Dai Orbettino, esci dal letargo chè la primavera è arrivata!!
    ps: Non so se avere più paura di Filippo o dell'autista col rossetto XD

    RispondiElimina

Se volete lasciare un saluto, siete benvenuti!